Dopo il taglio del Reddito di cittadinanza, ecco che arriva il Reddito universale europeo, ma di cosa si tratta? Vediamolo nel dettaglio.
In campagna elettorale, Giorgia Meloni lo aveva promesso. E lo ha fatto. Ancora oggi, dopo diversi mesi, non si spengono le polemiche circa l’abolizione del Reddito di cittadinanza. Ora, però, per le famiglie in difficoltà, arriva una nuova misura: 800 euro al mese grazie al Reddito universale europeo. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
È indubbio che il Reddito di cittadinanza sia finito, spesso, nelle mani sbagliate. Non solo persone che non ne avevano diritto in termini economici. Ma anche, a volte, addirittura soggetti legati alla criminalità organizzata. I detrattori della misura simbolo del Movimento 5 Stelle hanno spesso agitato questi temi a sostegno della propria posizione.
È, però, altrettanto fuori discussione che, per una folta platea di persone, soprattutto in determinate aeree geografiche, il Reddito di cittadinanza abbia rappresentato un salvagente per riuscire a mettere qualcosa sotto i denti. Soprattutto nel periodo drammatico della pandemia da Covid-19, che ha colpito la salute, ma anche l’economia.
Ora, però, dopo mesi dall’abolizione del Reddito di cittadinanza, arriva il Reddito universale europeo, che prevede l’erogazione di 800 euro. Ecco a chi spetta e tutto quello che c’è da sapere.
Come funziona il nuovo Reddito universale europeo?
Per fronteggiare la crisi economica, il Governo Meloni ha istituito l’assegno di inclusione che, seppur benefico, potrebbe non essere sufficiente. L’assegno di inclusione avrà lo stesso importo e la stessa durata del Reddito: 500 euro al mese più altri eventuali 280 euro per le famiglie che vivono in affitto. Potrà essere erogato per 18 mesi e prorogato per altri 12 dopo un intervallo di un mese.
Com’è noto, il Governo tagliò il Reddito di cittadinanza a migliaia di persone ritenute occupabili. Ed è proprio questa la più grande e sostanziale novità tra i due sussidi. L’assegno di inclusione, infatti, è destinato ai nuclei familiari dove vi sia almeno un soggetto non impiegabile: un disabile, un minorenne o una persona con almeno 60 anni di età.
Per alcuni esperti del settore, però, tutto questo non basta. A parlare è, per esempio, l’ex presidente dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, Antonio Tridico, che sostiene l’esigenza di istituire un reddito universale almeno da 800 euro. Secondo Tridico, la misura dev’essere di rango europeo, con ogni Paese che possa avere 800 euro da erogare sia a chi non ha un lavoro sia a chi lavora ma ha una retribuzione mensile al di sotto della soglia di povertà.
Ovviamente, non per tutti gli Stati membri l’importo sarebbe lo stesso. Se per il nostro Paese, l’ex presidente INPS immagina una somma da 800 euro, in altre nazioni, come Francia e Germania, l’importo dovrebbe essere più alto. Il tutto per un impegno di spesa da 200 miliardi.