Il margine di voti favorevoli ha destato preoccupazione, segnando la maggioranza più ridotta dal 1993, anno in cui il Parlamento ha iniziato a confermare le Commissioni
Mercoledì mattina, il Parlamento Europeo ha ufficialmente approvato la nuova Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’Unione Europea, presieduto da Ursula von der Leyen e composto da 26 commissari, ognuno in rappresentanza di uno dei paesi membri. Il risultato finale del voto è stato di 370 voti favorevoli su un totale di 688, con 36 astenuti e 282 contrari. Per ottenere l’approvazione, la Commissione aveva bisogno di una maggioranza semplice, ovvero la metà più uno dei voti espressi. Nonostante l’approvazione fosse considerata piuttosto scontata, il margine di voti favorevoli ha destato preoccupazione, segnando la maggioranza più ridotta dal 1993, anno in cui il Parlamento ha iniziato a confermare le Commissioni.
La Commissione von der Leyen e le tensioni politiche
La Commissione von der Leyen, al suo secondo mandato, ha ricevuto meno voti rispetto al primo, quando nel 2019 si era imposta con 401 voti. Questa diminuzione di consensi riflette le tensioni interne tra i vari gruppi politici all’interno del Parlamento. La questione delle vicepresidenze, in particolare quelle assegnate a Teresa Ribera (Socialisti) e Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia), ha sollevato polemiche e divisioni. Fitto, infatti, rappresenta il gruppo dei Conservatori e Riformisti, un’alleanza di destra che non è tradizionalmente parte della maggioranza centrista del Parlamento Europeo.
Le audizioni e le richieste dei Verdi
Le audizioni svolte nelle settimane precedenti al voto avevano già messo in evidenza le difficoltà di von der Leyen nel mantenere l’unità all’interno delle forze politiche. I Verdi, in particolare, erano stati chiave nella sua rielezione a luglio. Avevano chiesto garanzie di politiche ambientali più incisive e l’impegno a non allearsi con l’estrema destra. Tuttavia, l’assegnazione della vicepresidenza a Fitto ha portato a un’accusa di tradimento di questi impegni, creando frizioni non solo con i Verdi, ma anche con i Socialisti.
Le divisioni emerse durante il voto
Le divisioni nei gruppi parlamentari sono emerse in modo evidente durante il voto. Nel gruppo dei Verdi, ad esempio, 27 membri hanno votato a favore della Commissione, mentre 19 si sono espressi contro e 6 si sono astenuti. Anche tra i Socialisti ci sono state tensioni simili, poiché molti membri, in particolare quelli francesi, si sono opposti alla nomina di Fitto, ritenendola inaccettabile.
Il ruolo crescente dell’Italia nell’Unione Europea
L’assegnazione della vicepresidenza a Fitto non è stata solo una questione di politica interna, ma ha anche sollevato interrogativi rispetto al ruolo crescente dell’Italia all’interno dell’Unione Europea. Con una popolazione significativa e una delle economie più forti del blocco, il riconoscimento dell’Italia attraverso questa nomina può essere interpretato come un tentativo di allargare il consenso attorno alla Commissione. Infatti, a differenza dei parlamenti nazionali, dove esistono coalizioni stabili, nel Parlamento Europeo le alleanze si formano in base ai singoli provvedimenti, rendendo le dinamiche politiche molto più fluide.
Le reazioni dei gruppi politici
Un altro aspetto che ha complicato la situazione è stata la posizione di altri gruppi politici. I membri del Partito Popolare Europeo hanno manifestato dissenso nei confronti di Ribera, accusandola di aver gestito male le alluvioni a Valencia e di avere responsabilità nella crisi ecologica. La divisione è stata evidente anche tra i Conservatori e Riformisti, dove le delegazioni nazionali hanno votato in modo disomogeneo, con i parlamentari italiani e fiamminghi che hanno sostenuto la Commissione mentre molti polacchi hanno votato contro.
La polarizzazione del panorama politico europeo
La situazione evidenzia una crescente polarizzazione nel panorama politico europeo, dove le divisioni interne non riguardano solo le scelte individuali, ma riflettono anche le differenze ideologiche e strategiche tra i partiti. I gruppi di sinistra, tra cui Sinistra Italiana e il Movimento 5 Stelle, hanno votato all’unanimità contro la Commissione, evidenziando una crescente opposizione alle politiche considerate troppo inclini a favorire l’estrema destra.
Le sfide future per la Commissione von der Leyen
In un contesto di crescente sfida politica, l’approvazione della Commissione da parte del Parlamento Europeo segna un momento cruciale, non solo per la governance dell’Unione, ma anche per le dinamiche future tra i vari gruppi politici. La Commissione von der Leyen si trova ora di fronte a una serie di sfide, tra cui la necessità di costruire coalizioni solide su questioni fondamentali, dalla transizione ecologica alla gestione delle crisi economiche e sociali. La strada da percorrere sembra irta di ostacoli, e le divisioni emerse durante il voto potrebbero riflettersi in futuri dibattiti e decisioni politiche.