Questa notizia segue il primo confronto riconosciuto tra truppe ucraine e soldati provenienti dalla Corea del Nord
L’Ucraina si trova ad affrontare una nuova e inquietante sfida nel contesto del conflitto che la vede contrapposta alla Russia da quasi mille giorni. Secondo recenti dichiarazioni del ministro ucraino della Difesa, Rustem Umerov, durante un’intervista concessa alla sudcoreana Kbs, il Paese si aspetta che fino a 15.000 truppe nordcoreane possano essere schierate lungo la linea del fronte per sostenere le forze russe. Questa notizia segue il primo confronto riconosciuto tra truppe ucraine e soldati provenienti dalla Corea del Nord, descritto come uno scontro “su scala ridotta” ma significativo per l’evoluzione del conflitto.
Le informazioni fornite dal ministro Umerov delineano un quadro preoccupante: cinque unità composte ciascuna da 3.000 soldati nordcoreani sarebbero pronte a essere dispiegate in diverse aree strategiche lungo un fronte esteso circa 1.500 chilometri, coprendo le regioni nordest, est e sudest dell’Ucraina.
Questa mossa rappresenterebbe non solo un significativo aumento delle forze a disposizione della Russia ma anche una nuova dinamica nel conflitto, con implicazioni dirette sulla sicurezza europea e dell’Indo-Pacifico.
La reazione della comunità internazionale non si è fatta attendere: i ministri degli Esteri di Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Repubblica di Corea, Nuova Zelanda, Regno Unito e Stati Uniti insieme all’Alto Rappresentante dell’Unione Europea hanno espresso “gravi preoccupazioni” riguardo allo spiegamento di truppe nordcoreane in Russia e il loro potenziale impiego contro l’Ucraina. Tale azione viene vista come una pericolosa espansione del conflitto che violerebbe i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite.
La presenza dei soldati della RPDC (Repubblica Popolare Democratica di Corea) sul suolo russo e la loro partecipazione attiva al conflitto sono state condannate fermamente dalla comunità internazionale come violazioni dirette delle risoluzioni 1718, 1874 e 2270 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite relative all’uso dei missili balistici o armamenti specifici. Inoltre è stata espressa profonda preoccupazione per le potenziali conseguenze legate al trasferimento di tecnologia nucleare o relativa ai missili balistici dalla Russia alla RPDC.
Nel frattempo l’Ucraina continua a difendersi con determinazione dagli attacchi quotidiani perpetrati dalle forze russe. Il presidente Volodymyr Zelensky ha evidenziato attraverso i social media gli sforzi incessanti dei difensori ucraini nel proteggere lo stato dall’avanzata nemica: solo nell’ultima notte sono stati distrutti circa cinquanta droni russi grazie all’impegno costante dei sistemi di difesa aerea nazionali.
Queste ultime evoluzioni sul campo dimostrano quanto sia critica la situazione in Ucraina e quanto sia importante il sostegno internazionale per contrastare le aggressioni russe e mantenere viva la speranza nella difesa della libertà e sovranità nazionale.
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