Ogni generazione ha i suoi miti e le sue paure, ma sugli adolescenti dei giorni nostri pesa anche il trauma del Covid: ecco come.
Uno degli effetti collaterali degli anni della pandemia, con i suoi lockdown, le sue restrizioni, le ansie e le paure generalizzate, è stato l’aumento del consumo di alcol, anche tra i giovani e giovanissimi. Un fenomeno che ha lasciato il segno anche ora che la fase acuta del coronavirus è alle nostre spalle. Ma in un modo tutt’altro che scontato: a dirlo è un’interessantissima indagine svolta da Marketplace.
Una volta che si entra nel girone infernale della dipendenza dall’alcol – chi chi è passato direttamente o indirettamente lo sa – uscirne è difficilissimo. Ma da questo punto di vista l’attuale generazione di adolescenti ha reagito in un modo del tutto inaspettato: positivo da un verso, preoccupante dall’altro. Ecco la singolare realtà che emerge dai dati raccolti e analizzati nei mesi scorsi.
Secondo la suddetta indagine di Marketplace, il 21 per cento della Generazione Z beve sempre meno alcolici, ma non per un improvviso slancio salutistico o di morigeratezza. Su TikTok sono infatti diventati virali video in cui i giovani nati tra il 1995 e il 2010 spiegano i motivi per cui vorrebbero lanciare un vero e proprio “trend” all’insegna della sobrietà.
Il presupposto fondamentale è una presa di coscienza importante: molti di questi ragazzi si sono resi conto di aver ecceduto con l’alcol durante la lunga parentesi della pandemia, mentre altri temono che troppi drink possano nuocere seriamente alla loro salute, non solo fisica ma anche mentale. Tuttavia, la paura più grande, per tutti coloro che hanno deciso di praticare l’astinenza dall’alcol, resta quella di ritrovarsi ubriachi online in video e post sui social, e perdere così la loro “faccia” virtuale.
Anche il 41 per cento dei Millennial beve sempre meno la sera, forse complice anche l’accresciuta offerta di drink analcolici. Ma anche in questo caso la scelta si ricollega alla cosiddetta anxiety economy, ovvero tutti quegli orientamenti di mercato che riflettono l’esigenza di contrastare l’ansia generazionale e i vari disagi emersi durante la pandemia.
La tiktoker Jules Rangi, per esempio, ha raccontato del suo passato da ragazza che si ubriacava tutti i sabati in discoteca, salvo poi essere assalita dai sensi di colpa il giorno dopo. Un trauma che è riuscita a superare frequentando “luoghi festosi senza alcol in corpo”. Ma sono tantissime le clip accompagnate dall’hashtag #soberparty. Tutto bene, anche a detta degli esperti, purché l’ansia latente non prenda il sopravvento…
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