Il termine ‘cervicale’ per molti indica un dolore prolungato nella zona posteriore del collo, ma è davvero così? Sfatiamo i falsi miti.
È capitato a tutti, lo sappiamo: quante volte mamme, zie, nonne – e chi più ne ha più ne metta – hanno lamentato dolori che attribuivano direttamente alla ‘cervicale‘? Ne parlano come fosse una patologia vera e propria, un fastidio continuo che solitamente arriva con gli sbalzi di temperatura e l’umidità, quindi a cavallo dell’autunno e in pieno inverno. Ma quanto c’è di vero?
In realtà, sono tanti i miti da sfatare a riguardo è il primo della lista è che la ‘cervicale’, se si parla di medicina, non esiste tra le patologie, ma solo anatomicamente, in quanto zona della colonna vertebrale che decorre nel capo. Eppure, le voci non si fermano e neppure le raccomandazioni: la sciarpa serve a prevenire colpi d’aria o correnti fredde che potrebbero causare i fastidi, e guai all’aria condizionata, sì quella è la nemica numero uno.
In Inghilterra sono già andati oltre queste credenze, che sono vere solo in parte, e non hanno un termine vero e proprio per tradurre la nostra ‘cervicale’, tanto da far diventare questo disturbo un problema nostrano, quasi popolare. In realtà, la parola corretta è cervicalgia e si tratta di un sintomo, un dolore nella zona cervicale, appunto, che deve essere inquadrato in un quadro più ampio e non definito come un problema a sé stante.
Il punto sulla cervicale: causa, terapie e i falsi miti sulla cervicale
Sono diverse le cause che possono provocare il dolore: innanzitutto le tensioni muscolari nella zona, poi l’artrosi, le ernie del disco e le posture errate e prolungate. Anche lo stress è un importante fattore scatenante, in quanto i muscoli delle spalle e del collo lo esprimono in particolar modo, spesso irrigidendosi e causando il fastidio.
Sull’argomento è intervenuta Lara Castagnetti, specialista in Medicina fisica e riabilitativa e osteopata dell’ospedale Humanitas: “Le contratture muscolari possono accompagnarsi a una cefalea di tipo tensivo, non scatenarla – ha subito precisato -. Queste sono infatti frequenti in chi ha cefalea, ma non ne sono causa: la cefalea tensiva è legata a una serie di tensioni non solo muscolari“. Insomma, primo falso mito sfatato.
E ci dispiace, ma hanno torto anche per ciò che riguarda i colpi d’aria: “Una persona in salute, che non soffre di stress o di disturbi come ernie discali, può stare al sicuro. Se un soggetto ha l’artrosi o delle contratture muscolari, allora può risentire di uno sbalzo di temperatura. Un colpo d’aria o anche il cambio del tempo non provocano cervicalgia ma accentuano qualcosa che già c’è“, ha detto Castagnetti.
In ogni caso, chi soffre di cervicalgia può lavorare sul rilascio delle tensioni muscolari con l’esercizio fisico e cercando di placare lo stress psicologico che lo nutre. Lo yoga e trattamenti osteopatici possono aiutare, molto più dei rimedi casalinghi. Quelli possiamo chiuderli in soffitta, insieme a certe credenze.