La nuova riforma pensionistica 2024 fa storcere il naso a molti. Scopriamo così e cosa cambia riguardo l’opzione donna.
In base alle nuove regole per accedere alla riforma pensionistica, i sindacati si sono espressi negativamente. A loro dire, infatti, saranno pochissime le donne che potranno godere delle decantate misure di flessibilità previdenziali.
Un problema che rende la riforma del tutto nulla dal punto di vista dell’opzione donna. Scopriamo il perché e quali sono le possibili opzioni. A quanto pare, le nuove misure di flessibilità apportate dal governo Meloni saranno del tutto inutili per le donne, andando a rendere vano il progetto ‘opzione donna’. Sembra, infatti, che con Opzione donna, Quota 103 e Ape sociale, le lavoratrici che potranno uscire in modalità anticipata saranno meno di 4 mila. Per tutte le altre varranno i requisiti della legge Monti Fornero.
A dare la notizia è stato Ezio Cigna, responsabile delle politiche previdenziali della Cgil nazionale che in base ai calcoli ha stipulato che a poter godere delle nuove misure di flessibilità saranno appena 3760 donne.
Secondo Cigna, infatti, la quota 103 riguarderà solo gli uomini. Le lavoratrici che hanno raggiunto i 41 anni di contributi e che li perfezioneranno entro i 62 anni di età sarebbero, infatti, già dentro i requisiti di opzione donna 2021. Per questo motivo, nessuna accederà di fatto alla quota 103 che si rivela, quindi, del tutto inutile da questo punto di vista. In altre parole, con l’aumento di un anno di età (e quindi dai 60 ai 61 anni entro il 31 dicembre 2023) inserito nell’opzione donna 2024, la misura diventa praticamente inutile per quasi tutte le donne. Facendo sempre i calcoli è infatti emerso che questa formula potrà andar bene al massimo per 250 donne.
L’unica soluzione sembra essere nell’Ape sociale ma da recenti stime sembra che a poterne usufruire saranno solo 3500 donne circa sulle 9000 e più domande arrivate. Se si parla di importi poi, Cigna ha fatto notare il divario tra un lieve aumento per gli importi medi delle pensioni per gli uomini e il calo (seppur minimo) di quelle per le donne. Disuguaglianze che ci sono e che si rendono ancora più evidenti con le nuove correzioni fatti e che mettono in mostra come la necessità di cambiare sia davvero tanta, soprattutto in vista dell’età pensionistica sempre più alta e della difficoltà che molti hanno a farsi bastare quanto ricevono ogni mese.
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