Il chatbot di OpenAI fa scendere in campo un’ulteriore preoccupazione: adesso sotto il mirino degli esperti per via del rischio sulla sicurezza informatica.
ChatGPT è il chatbot più utilizzato al mondo, lanciato online da OpenAI, e da cui adesso tutti ‘apprendono’ per la creazione del proprio strumento di intelligenza artificiale. Il chatbot si è presentato come una novità incredibilmente performante in grado di aiutare l’utente sotto diversi punti di vista, ma viste alcune iniziali problematiche relative alla privacy sui dati utilizzati per addestrare l’intelligenza, gli esperti hanno chiesto più tutele per gli utenti da parte delle società.
Così è stato: anche OpenAI ha ricalibrato la sua creazione in modo tale da renderla sicura per chi la utilizza, cercando di limitare al minimo la probabilità relativa a danni come fuga di dati personali o utilizzo improprio di questi ultimi. Tra le tematiche più ostiche, per esempio, l’utilizzo di opere d’arte su cui vige il copyright.
Secondo il mondo creativo, in particolare di artisti e grafici, il chatbot e in generale le intelligenze artificiali di diverso ordine sono tutte delle intelligenze replicanti. La loro capacità creativa deriva da una costante replica di ciò che conoscono e che hanno assimilato negli addestramenti: si tratterebbe quindi di un ‘copiare’ dalle opere creative umane, senza permesso.
Proprio per questo anche l’Europa ha dovuto legiferare sui limiti inerenti all’utilizzo di opere coperte da copyright per l’addestramento delle AI, ma al momento la situazione rimane molto confusa da questo punto di vista. Ulteriori problemi in merito alla questione privacy e sicurezza sono venuti fuori negli ultimi mesi, destando non poche preoccupazioni. Gli esperti quindi hanno rimesso sotto il proprio mirino il chatbot di OpenAI per capirne di più sulla pericolosità legata ai dati degli utenti che lo utilizzano.
In un recente rapporto pubblicato da Kaspersky, emergono crescenti preoccupazioni riguardo a come ChatGPT stia diventando oggetto di interesse da parte degli hacker. I ricercatori segnalano che sui forum clandestini, sta emergendo una discussione su come il chatbot possa essere sfruttato per la creazione di malware e l’organizzazione di campagne criminali.
Il rapporto indica che gli hacker stanno cercando attivamente di vendere o acquistare account ChatGPT a pagamento: in questo modo si apre la strada a tantissime tipologie di abusi da parte di malintenzionati. L’azienda ha preso in mano la situazione iniziando un monitoraggio pervasivo, bloccando tutte le attività improprie riscontrate, ma bisognerà creare un limite efficace al più presto.
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