Sapevi come gli artisti si procuravano i colori per dipingere le loro opere? C’è un colore che ti spaventerà!
Il mondo dell’arte è pieno di segreti nascosti e di tecniche misteriose, alcune delle quali davvero assurde. Tra i numerosi enigmi che fanno parte del processo della creazione artistica, uno è l’uso dei colori insoliti e, talvolta, inquietanti, per ottenere dei particolari effetti nelle opere d’arte.
Alcuni artisti sono famosi proprio per l’uso di particolari colori che hanno contribuito a rendere i loro stili unici e famosi. Nel passato, molti pigmenti che venivano utilizzati da maestri pittori erano davvero preziosi ed introvabili e si ottenevano attraverso dei processi faticosi e anche pericolosi. Cerchiamo di capirne di più analizzando più da vicino alcuni pigmenti rari.
Uno dei colori più ambiti del Rinascimento era il blu reale, che era ottenuto direttamente dai lapislazzuli. Questa pietra preziosa veniva estratta nelle montagne asiatiche e poi importata. Trovare un pigmento di blu reale era davvero difficile e il costo era alto. Un altro colore pregiato era il rosso carminio, che veniva ottenuto da alcuni insetti essiccati. Ma c’è un colore che veniva ottenuto in maniera macabra.
Si tratta della cosiddetta “polvere di mummia”, una particolare polvere che, come suggerisce il nome, era ottenuta dalla macinazione di mummie egiziane. Tra gli artisti che si distinsero per l’utilizzo di questo pigmento particolare, spicca tra tutti il maestro veneziano Jacopo Tintoretto. Le sue opere erano caratterizzate da un’atmosfera drammatica e suggestiva che, secondo l’artista, era enfatizzata proprio dall’uso di questo particolare pigmento.
Questo pigmento incorporato nelle opere conferiva una tonalità terrosa e una maggiore profondità ai dipinti, creando un effetto che metteva letteralmente i brividi agli spettatori. Alcuni contemporanei di Tintoretto ritenevano che questo ingrediente conferisse un tocco di autenticità e mistero alle opere, altri invece consideravano l’uso di questo pigmento come un gesto macabro e irrispettoso.
Del resto si sa che l’arte è fatta di contraddizioni e pratiche non sempre corrette, quello che rimane certo è che le opere di Tintoretto e di altri artisti che utilizzavano questi pigmenti, sono dei veri e propri capolavori che vanno al di là del tempo e dello spazio. Fatto curioso è che la polvere di mummia veniva utilizzata anche come una medicina rara e veniva venduto a caro prezzo.
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