Una recente scoperta ha riacceso la discussione sulla possibilità che gli smartphone ascoltino le nostre conversazioni private.
Con la crescente preoccupazione che i nostri dispositivi, come smartphone e smart speaker, possano effettivamente “ascoltare” le nostre conversazioni, emerge una domanda inquietante: stiamo davvero sacrificando la nostra privacy per la comodità della tecnologia? Una recente rivelazione del Cox Media Group (CMG), conglomerato di media americano, ha riacceso i dibattiti sulla controversa pratica dell’Active Listening, una tecnologia che potrebbe confermare i sospetti di molti.
L’Active Listening, o Ascolto Attivo, è una tecnologia che consente ai dispositivi di raccogliere dati vocali. Secondo CMG, questa tecnologia può identificare “conversazioni pertinenti” tramite vari dispositivi, utilizzando l’Intelligenza Artificiale per indirizzare annunci pubblicitari mirati. Il problema nasce nel momento in cui tutto questo avviene senza l’espressa autorizzazione dell’utente o, nei casi peggiori, senza che quest’ultimo ne sia minimamente a conoscenza.
CMG Local Solutions, una divisione di CMG, ha descritto nel dettaglio come funziona l’Active Listening. La tecnologia può, ad esempio, catturare conversazioni quotidiane, fornendo agli inserzionisti locali un elenco di potenziali clienti interessati a specifici prodotti o servizi. Situazioni come discutere l’acquisto di un nuovo veicolo o esprimere insoddisfazione per un servizio corrente potrebbero essere raccolte e analizzate per target pubblicitari mirati.
Dopo la diffusione di queste informazioni, CMG ha rilasciato una dichiarazione per chiarire la sua posizione. Hanno affermato di non ascoltare davvero le conversazioni direttamente, ma di utilizzare un set di dati aggregati, anonimizzati e crittografati per il posizionamento degli annunci. Inoltre, hanno sottolineato che l’accesso ai dati si basa su condizioni fornite da piattaforme di terze parti e accettate dagli utenti. Spiegazioni che però non hanno del tutto convinto gli utenti.
Dal canto loro, Google e Apple hanno fornito assicurazioni sui loro sistemi operativi. Google ha dichiarato che Android impedisce alle app di raccogliere audio quando non sono in uso attivo, mentre Apple ha affermato che nessuna app può accedere al microfono o alla fotocamera senza il permesso esplicito dell’utente.
Mentre le aziende si sforzano di essere trasparenti sulle loro politiche di privacy, la realtà dell’Active Listening solleva questioni importanti. Se si è preoccupati per la propria privacy, è essenziale rimanere informati sulle autorizzazioni che si concedono alle varie app installate sui nostri dispositivi.
Le divergenze, soprattutto in materia economica e di bilancio, hanno reso insostenibile la collaborazione tra…
Questa notizia segue il primo confronto riconosciuto tra truppe ucraine e soldati provenienti dalla Corea…
Un migliaio di soldati dell'Unità militare di emergenza è stato dispiegato nelle zone maggiormente colpite…
Turetta si è trovato faccia a faccia con i giornalisti e soprattutto con Gino Cecchettin,…
"Mi auguro vivamente che il Parlamento Europeo decida di difendere lo Stato di diritto e…
La star è precipitata da una stanza d'albergo a Buenos Aires, lasciando molti interrogativi sulla…