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La nuova ‘tassa’ di Apple spaventa gli utenti: bisognerà pagare anche per questo

La nuova “tassa” di Apple rappresenta una svolta significativa per il mondo delle app, una mossa che preoccupa sia utenti che sviluppatori.

Tra le tante notizie che hanno suscitato la curiosità dei consumatori c’è quella della nuova “tassa” che sarà introdotta da Apple. I più preoccupati, ancora più che i semplici utenti, sono gli sviluppatori che lavorano alle app presenti sull’App Store, visto che la nuova decisione avrà un impatto piuttosto significativo sul loro lavoro. La tassa, apparentemente minima, sta però causando un vero e proprio terremoto nel panorama tecnologico.

Apple potrebbe presto rendere le cose più difficili per chi lavora con i suoi dispositivi – Icsm.it

La controversa situazione nasce a causa dei recenti contrasti tra l’azienda e l’Unione Europea. L’istituzione ha infatti contestato ad Apple un abuso di posizione dominante per il fatto che non consente la presenza di store di terze parti sul suo sistema iOS. Dopo lunghe contrattazioni, la decisione dell’azienda di Tim Cook sembra essere riuscita a scontentare tutti, sia i consumatori che gli addetti ai lavori.

Un cambio di paradigma nell’ecosistema Apple: arriva la nuova tassa

Apple ha annunciato che permetterà l’utilizzo di negozi di terze parti sui suoi dispositivi per gli utenti che si trovano nell’Unione Europea, ma per gli sviluppatori che decidono di pubblicare su questi store le proprie app potrebbe esserci una tassa da pagare.

Per le app che superano 1 milione di installazioni annue, viene introdotta una tassa di 50 centesimi di euro per ogni nuova installazione oltre quel numero. Questa tassa, apparentemente trascurabile, potrebbe sommarsi rapidamente, soprattutto per le app popolari. Inoltre, anche gli aggiornamenti delle app sono considerati come nuove installazioni, il che significa che praticamente ogni app popolare si troverà a pagare questa tassa in modo continuativo.

Apple si trova in una situazione molto particolare Icsm.it

Consideriamo Facebook come esempio: con i suoi milioni di utenti in Europa, la società potrebbe trovarsi a pagare decine di milioni di euro all’anno solo in tasse di installazione. Questo modello di tassazione rappresenta una sfida significativa non solo per Facebook, ma anche per altre grandi aziende come Spotify, che da anni cerca di sottrarsi alla commissione del 30% di Apple.

Questa mossa di Apple potrebbe avere ripercussioni dirette sugli utenti. Se le aziende decidono di trasferire questi costi aggiuntivi ai consumatori, potremmo assistere a un aumento dei prezzi delle app o a un cambiamento nelle strategie di monetizzazione, come l’introduzione di più annunci o funzionalità a pagamento. Inoltre, gli utenti potrebbero dover affrontare il fastidio di migrare tra diversi negozi di app per trovare le loro applicazioni preferite.

Mentre le grandi aziende potrebbero essere in grado di assorbire o trasferire questi costi, i piccoli sviluppatori si trovano di fronte a una sfida ancora maggiore. Per le app emergenti che diventano virali, il raggiungimento di 1 milione di installazioni potrebbe trasformarsi da sogno a incubo finanziario.

Paolo Pontremolesi

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