Dopo l’Iowa, l’ex presidente americano incassa un’altra vittoria nella corsa per la nomination repubblicana alla Casa Bianca. Ma la sfidante non fa un passo indietro: “La gara è solo all’inizio”. Prossima sfida la Carolina del Sud
Dopo l’Iowa, Donald Trump si prende anche il New Hampshire. L’ex presidente Usa ha battuto l’unica rivale rimasta in corsa per la nomination repubblicana alla Casa Bianca, l’ex governatrice della Carolina del Sud Nikki Haley, che ha già fatto sapere di escludere un passo indietro: “La gara è solo all’inizio”, ha detto riconoscendo la vittoria del tycoon.
Con oltre il 54% dei voti e 12 delegati, Trump si è aggiudicato il New Hampshire diventando il primo candidato repubblicano in oltre quarant’anni a conquistare i primi due Stati. Non succedeva dal 1980. Nello Stato del Granito, più moderato e con una base di elettori indipendenti, Haley si è fermata poco sopra il 43% e 9 delegati. A differenza dell’Iowa, dove a votare sono stati i caucus, assemblee ristrette agli iscritti, in New Hampshire le primarie erano aperte a tutti. Alla fine l’esito non è cambiato: i conservatori hanno puntato ancora una volta su Trump.
Parlando con Fox News, il tycoon si è detto “onorato” della vittoria. Quanto alla sfidante, “dovrebbe lasciare la corsa”, come ha fatto Ron DeSantis dopo la sconfitta in Iowa, altrimenti dovrà “sprecare soldi anziché spenderli contro Biden”. Nel discorso della vittoria invece non ha risparmiato colpi bassi: “Nikki Haley ha avuto una serataccia, ha perso e ha fatto un discorso come se avesse vinto”. Poi l’insinuazione che è suonata come una minaccia: “Se vincesse la nomination sarebbe indagata entro quindici minuti per piccole cose di cui non vuole parlare”.
Quindi ha deriso il presidente democratico: “Abbiamo battuto Biden ma, d’altra parte, chi non lo batterebbe? Non riesce a mettere due parole in fila, non riesce a camminare”. Sul palco anche gli ex rivali Vivek Ramaswamy e il senatore Tim Scott (assente DeSantis).
L’ex ambasciatrice Onu già si prepara alla prossima sfida, le primarie del 24 febbraio in Carolina del Sud, dove è stata governatrice per due volte fino al 2015. Gli ultimi sondaggi però non sono dalla sua parte. Nello Stato, più conservatore del New Hampshire, la candidata repubblicana è dietro di trenta punti, troppi per pensare di restringere la forbice. A questo punto gran parte degli analisti non scommette su un’affermazione della 52enne.
Lei però non molla. Almeno per il momento. “La gara è lontana dall’essere finita. Il New Hampshire è solo il primo Stato, non l’ultimo”, ha detto ai sostenitori un’ora dopo la chiusura dei seggi. “L’incoronazione di Trump sarebbe una vittoria per Biden” perché “è l’unico repubblicano nel Paese che Biden può sconfiggere”, ha detto giocando ancora una volta la carta dell’età. “Volete che due ottantenni corrano per le lezioni presidenziali?”, ha detto mettendo in dubbio le “capacità mentali” di Trump e Biden.
Haley ha già diffuso i primi post in vista della sfida in South Carolina. L’accoppiata Biden-Trump è una “partita di ritorno che nessuno vuole” perché Biden è “troppo vecchio” mentre Trump porta “troppo caos”. È lei dunque la “scelta migliore per un’America migliore”.
Grazie alle posizioni più moderate, l’ex governatrice della Carolina del Sud è emersa come l’alternativa più credibile all’ex presidente Usa, distinguendosi come il volto nuovo delle primarie repubblicane. In netta discontinuità con Donald Trump, Nimrata “Nikki” Randhawa, nome da nubile della candidata di origini indiane, è apparsa meno intransigente e radicale e dunque appetibile per l’elettorato moderato e indipendente. Lo si è visto chiaramente sul tema controverso dell’aborto. Mentre l’agenda politica è tipicamente conservatrice, dal taglio delle tasse al contrasto all’immigrazione irregolare.
Halley è così a riuscita a guadagnarsi il sostegno di alcuni big di Wall Street, dopo aver ricevuto l’endorsement del gruppo Kock, la rete di finanziatori e attivisti guidata da Charles Koch, che lo scorso febbraio ha scaricato Trump. La lista dei donatori che hanno puntato su di lei comprende nomi di peso come il co-fondatore miliardario di LinkedIn Reid Hoffman e l’amministratore delegato di JPMorgan Chase.
Sul fronte democratico, Joe Biden si è aggiudicato la vittoria alle primarie in New Hampishire con oltre il 51% dei voti anche se il suo nome non compariva sulla scheda, dopo la decisione del partito di cambiare il calendario delle primarie. Lo sfidante Dean Phillips, deputato dem, ha incassato quasi il 20% mentre Marianne Williamson, scrittrice e “consulente spirituale”, si è fermata poco sotto il 5%.
Dopo l’affermazione in New Hampshire, il capo della Casa Bianca ha riconosciuto che lo sfidante alle presidenziali di novembre sarà ancora una volta il tycoon. “Ora è chiaro che Donald Trump sarà il candidato repubblicano e il mio messaggio alla nazione è che la posta in gioco non potrebbe essere più alta: la nostra democrazia“, ha avvertito Biden. “Le nostre libertà personali, dal diritto di scelta delle donne al diritto di voto, la nostra economia, tutto questo è in gioco”. Il presidente Usa ha lanciato quindi un appello a “unirsi” agli elettori indipendenti e ai repubblicani che “condividono il nostro impegno per i valori fondamentali della nostra nazione”.
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